I filetti di persico che comunemente troviamo nei banchi delle pescherie li trovo un ottima risorsa per preparare piatti veloci e sfiziosi,grazie alle caratteristiche e al sapore delicato di questo pesce che come sappiamo è di acqua dolce.
Per questo "prontocuoci" ho usato alcuni carciofi,dei pomodori confit o in alternativa vanno bene anche i classici pomodori essicati sottolio e dei capperi dissalati.
Il persico non ha certo bisogno di lavorazione,ho giusto controllato che non siano rimaste spine nei filetti e ho poi l'ho tagliato a listarelle larghe circa un dito e aggiunto i vari ingredienti come ben si vede in foto.
I carciofi li ho portati quasi a cottura completa(in acqua acidula), in considerazione che questo piatto, avendo una cottura rapida (circa 5 minuti), tutti gli ingredienti dovranno essere pronti in questo breve tempo.
Il mio consiglio è di condire con olio,poco aglio sale e pepe fuori dal fuoco,poi versare il tutto in padella antiaderente a fuoco vivo e spadellare per pochi minuti.
In alternativa fare un soffritto con scalogno,acciuga e timo, a seguire versare il persico con il resto degli ingredienti e sfumare con vino bianco e proseguire la cottura ancora qualche minuto per poi servire con crostini di pane bruschettati.
I filetti di persico che comunemente troviamo nei banchi delle pescherie li trovo un ottima risorsa per preparare piatti veloci e sfiziosi,grazie alle caratteristiche e al sapore delicato di questo pesce che come sappiamo è di acqua dolce.
Per questo "prontocuoci" ho usato alcuni carciofi,dei pomodori confit o in alternativa vanno bene anche i classici pomodori essicati sottolio e dei capperi dissalati.
Il persico non ha certo bisogno di lavorazione,ho giusto controllato che non siano rimaste spine nei filetti e ho poi l'ho tagliato a listarelle larghe circa un dito e aggiunto i vari ingredienti come ben si vede in foto.
I carciofi li ho portati quasi a cottura completa(in acqua acidula), in considerazione che questo piatto, avendo una cottura rapida (circa 5 minuti), tutti gli ingredienti dovranno essere pronti in questo breve tempo.
Il mio consiglio è di condire con olio,poco aglio sale e pepe fuori dal fuoco,poi versare il tutto in padella antiaderente a fuoco vivo e spadellare per pochi minuti.
In alternativa fare un soffritto con scalogno,acciuga e timo, a seguire versare il persico con il resto degli ingredienti e sfumare con vino bianco e proseguire la cottura ancora qualche minuto per poi servire con crostini di pane bruschettati.
Mi è capitato più volte di rimanere poco soddisfatto riguardo la cottura dell'agnello perché spesso la carne all'interno rimane un po' spugnosa e l'odore troppo "selvatico".La soluzione dell'enigma in realtà è molto semplice: ho preso spunto da amici sardi che come da tradizione prima di cuocere l'agnello lo lasciano accanto al fuoco almeno un ora o nel forno ad una temperatura tra gli 80 e i 100°.Questa operazione fa si che la carne si asciughi un po perdendo quella mollosità rimanendo più compatta in cottura,favorendo anche la perdita dell'odore talvolta nauseante della carne ovina.Operazione consigliata per cotture di grosse pezzature come un cosciotto,una spalla o un agnello intero.
Davanti a richieste di cotture rapide,in negozio viene venduto uno spezzato di agnello con patate già sbollentate,scalogno,timo,salvia,basilico e pomodorini pendolini in modo da poter infornare il tutto a 180° per mezzoretta tenendo d'occhio l'agnello che non colorisca troppo ed eventualmente coprire con carta stagnola.
Un buon risultato si ottiene anche cuocendo in padella il tutto avendo cura di separare lo scalogno e farlo soffriggere insieme ad un paio di foglie di salvia,poi si aggiungerà la carne che dopo essere rosolata sarà bagnata con vino bianco e poi a seguire gli altri ingredienti.Una bella spolverata di timo fresco al termine renderà davvero originale il vostro piatto.
Mi è capitato più volte di rimanere poco soddisfatto riguardo la cottura dell'agnello perché spesso la carne all'interno rimane un po' spugnosa e l'odore troppo "selvatico".La soluzione dell'enigma in realtà è molto semplice: ho preso spunto da amici sardi che come da tradizione prima di cuocere l'agnello lo lasciano accanto al fuoco almeno un ora o nel forno ad una temperatura tra gli 80 e i 100°.Questa operazione fa si che la carne si asciughi un po perdendo quella mollosità rimanendo più compatta in cottura,favorendo anche la perdita dell'odore talvolta nauseante della carne ovina.Operazione consigliata per cotture di grosse pezzature come un cosciotto,una spalla o un agnello intero.
Davanti a richieste di cotture rapide,in negozio viene venduto uno spezzato di agnello con patate già sbollentate,scalogno,timo,salvia,basilico e pomodorini pendolini in modo da poter infornare il tutto a 180° per mezzoretta tenendo d'occhio l'agnello che non colorisca troppo ed eventualmente coprire con carta stagnola.
Un buon risultato si ottiene anche cuocendo in padella il tutto avendo cura di separare lo scalogno e farlo soffriggere insieme ad un paio di foglie di salvia,poi si aggiungerà la carne che dopo essere rosolata sarà bagnata con vino bianco e poi a seguire gli altri ingredienti.Una bella spolverata di timo fresco al termine renderà davvero originale il vostro piatto.
Questi pregiati molluschi originari del nord della Spagna sono ricchi di sostanze nutritive quali la vitamina A,sali minerali come il calcio e l'omega 3 che come ben sappiamo riduce il colesterolo cattivo e aumenta quello buono.
Le capesante al momento dell'acquisto devono essere chiuse per garantire che il mollusco all'interno sia vivo;in seguito poi vanno aperte e pulite con molta attenzione levando le parti filamentose e passate sotto l'acqua corrente per eliminare sabbia residua. Personalmente ho voluto arricchire questa preparazione mettendo 3 molluschi per ogni conchiglia in modo da ottenere una porzione più consistente e risparmiare spazio in cottura. Ho dovuto quindi staccare tutti i molluschi dalle conchiglie e dopo attenta pulizia li ho conditi con sale,pepe bianco,pochissimo aglio,pangrattato,olio extra vergine d'oliva e riposti nuovamente nei gusci in gruppetti da tre e cotti per una decina di minuti a forno ben caldo.
All'uscita ho inserito una julienne di pomodori confit e una spolverata di prezzemolo e basilico tritati.
I pomodori confit che ho usato questa volta sono preparati diversamente da quelli elencati nella preparazione del pesce Sanpietro: ovvero li ho prima leggermente sbollentati in acqua facendo un incisione a croce sull'estremità in alto in modo da poter togliere facilmente la buccia,poi li ho tagliati a spicchi(in 4) e tolto il succo e i semi e messi in teglia con sale,un pizzico di zucchero,aglio a rondelle,timo fresco e olio,poi infornati a 90-100° per un oretta abbondante.
La differenza tra i 2 modi di preparare questi pomodori consiste nella presenza o meno della buccia.Cosi facendo risulteranno più dolci e morbidi e di conseguenza formeranno un ottimo abbinamento alle capesante.

Questi pregiati molluschi originari del nord della Spagna sono ricchi di sostanze nutritive quali la vitamina A,sali minerali come il calcio e l'omega 3 che come ben sappiamo riduce il colesterolo cattivo e aumenta quello buono.
Le capesante al momento dell'acquisto devono essere chiuse per garantire che il mollusco all'interno sia vivo;in seguito poi vanno aperte e pulite con molta attenzione levando le parti filamentose e passate sotto l'acqua corrente per eliminare sabbia residua. Personalmente ho voluto arricchire questa preparazione mettendo 3 molluschi per ogni conchiglia in modo da ottenere una porzione più consistente e risparmiare spazio in cottura. Ho dovuto quindi staccare tutti i molluschi dalle conchiglie e dopo attenta pulizia li ho conditi con sale,pepe bianco,pochissimo aglio,pangrattato,olio extra vergine d'oliva e riposti nuovamente nei gusci in gruppetti da tre e cotti per una decina di minuti a forno ben caldo.
All'uscita ho inserito una julienne di pomodori confit e una spolverata di prezzemolo e basilico tritati.
I pomodori confit che ho usato questa volta sono preparati diversamente da quelli elencati nella preparazione del pesce Sanpietro: ovvero li ho prima leggermente sbollentati in acqua facendo un incisione a croce sull'estremità in alto in modo da poter togliere facilmente la buccia,poi li ho tagliati a spicchi(in 4) e tolto il succo e i semi e messi in teglia con sale,un pizzico di zucchero,aglio a rondelle,timo fresco e olio,poi infornati a 90-100° per un oretta abbondante.
La differenza tra i 2 modi di preparare questi pomodori consiste nella presenza o meno della buccia.Cosi facendo risulteranno più dolci e morbidi e di conseguenza formeranno un ottimo abbinamento alle capesante.

Chi ama il vino come il sottoscritto non può non amare i vini friulani,dotati di profumi straordinari dovuti ad un terreno e un clima unici e non meno importante sono le varietà autoctone che in questi ultimi anni stanno vivendo una seconda giovinezza grazie ad alcuni produttori tenaci che valorizzano vini come il pignolo,lo schioppettino,il refosco e via dicendo. Parlando di Friuli la prima cosa che enologicamente viene da dire è: terra di grandi bianchi! Certo,sacrosanta verità, ma non solo bisogna aggiungere,alcune tipologie di rosso arrivano ad una eleganza e potenza che a mio avviso non li rende secondi a nessuno;è il caso del merlot e del sacrisassi dell'azienda "le due terre".
Il merlot con 10 annetti sul groppone me l'aspettavo in fase discendente,invece si è presentato subito di un rosso scuro e molto chiuso,segno che se stava in bottiglia altri 2 anni non avrebbe accusato nessun danno. Passata la fase di decantazione al naso si avverte il cuoio,il frutto rosso molto maturo e le note vegetali del merlot ma evolute e molto fini mentre in bocca spicca per l'equilibrio confermando le note piacevoli avvertite col naso,molto persistente e lungo,un esempio di Merlot.
Il sacrisassi invece è un uvaggio composto da Refosco e Schioppettino,la punta di diamante dell'azienda,più volte premiato,quello sicuramente più conosciuto.
Il 2005 è ancora acerbo,o meglio non al massimo del suo potenziale se invecchiato ancora qualche anno, ma comunque si nota immediatamente che abbiamo a che fare con un cavallo di razza:molto ampio nei profumi che vanno dai frutti neri,al cuoio passando per uno speziato molto elegante e persistente,il colore tende ancora al violaceo(segno di gioventù) e il palato ci conferma questa speziatura e la nota fruttata rimane per molto tempo in bocca.Grande equilibrio in questa bottiglia certamente costosa ma assolutamente da provare.
Chi ama il vino come il sottoscritto non può non amare i vini friulani,dotati di profumi straordinari dovuti ad un terreno e un clima unici e non meno importante sono le varietà autoctone che in questi ultimi anni stanno vivendo una seconda giovinezza grazie ad alcuni produttori tenaci che valorizzano vini come il pignolo,lo schioppettino,il refosco e via dicendo. Parlando di Friuli la prima cosa che enologicamente viene da dire è: terra di grandi bianchi! Certo,sacrosanta verità, ma non solo bisogna aggiungere,alcune tipologie di rosso arrivano ad una eleganza e potenza che a mio avviso non li rende secondi a nessuno;è il caso del merlot e del sacrisassi dell'azienda "le due terre".
Il merlot con 10 annetti sul groppone me l'aspettavo in fase discendente,invece si è presentato subito di un rosso scuro e molto chiuso,segno che se stava in bottiglia altri 2 anni non avrebbe accusato nessun danno. Passata la fase di decantazione al naso si avverte il cuoio,il frutto rosso molto maturo e le note vegetali del merlot ma evolute e molto fini mentre in bocca spicca per l'equilibrio confermando le note piacevoli avvertite col naso,molto persistente e lungo,un esempio di Merlot.
Il sacrisassi invece è un uvaggio composto da Refosco e Schioppettino,la punta di diamante dell'azienda,più volte premiato,quello sicuramente più conosciuto.
Il 2005 è ancora acerbo,o meglio non al massimo del suo potenziale se invecchiato ancora qualche anno, ma comunque si nota immediatamente che abbiamo a che fare con un cavallo di razza:molto ampio nei profumi che vanno dai frutti neri,al cuoio passando per uno speziato molto elegante e persistente,il colore tende ancora al violaceo(segno di gioventù) e il palato ci conferma questa speziatura e la nota fruttata rimane per molto tempo in bocca.Grande equilibrio in questa bottiglia certamente costosa ma assolutamente da provare.
Prontocuoci da piastra o griglia alternativo al solito hamburger di carne macinata che ci ha sempre accompagnato negli anni...
L'ho ottenuto dall'inseparabile base di carne che ho steso con spessore di circa un centimetro su un foglio di carta da forno, ricoprendo tutta la superficie con fontina valdostana d.o.p. o in alternativa va bene quella comune(edamer) o anche le sottilette;l'unico neo a parte il sapore è lo sciogliersi troppo durante la cottura.
Ho sgranato la salsiccia e impastata con olive nere taggiasche private del nocciolo e formato un cilindro della lunghezza del lato corto del rettangolo di carne.
Ho messo l'impasto ottenuto vicino al bordo e ho arrotolato il tutto sfilando via man mano la carta da forno la quale poi ho utilizzato per ricoprire di nuovo il grosso cilindro ricavato da fare indurire nella parte più fredda del frigo.In alternativa basta mezz'ora circa nel freezer.
Ho tagliato le rondelle alte circa 2 dita,tolto definitivamente la carta da forno e pressato tra 2 fogli appositi per hamburger per fare aderire bene gli ingredienti tra loro e via sulla piastra!
Prontocuoci da piastra o griglia alternativo al solito hamburger di carne macinata che ci ha sempre accompagnato negli anni...
L'ho ottenuto dall'inseparabile base di carne che ho steso con spessore di circa un centimetro su un foglio di carta da forno, ricoprendo tutta la superficie con fontina valdostana d.o.p. o in alternativa va bene quella comune(edamer) o anche le sottilette;l'unico neo a parte il sapore è lo sciogliersi troppo durante la cottura.
Ho sgranato la salsiccia e impastata con olive nere taggiasche private del nocciolo e formato un cilindro della lunghezza del lato corto del rettangolo di carne.
Ho messo l'impasto ottenuto vicino al bordo e ho arrotolato il tutto sfilando via man mano la carta da forno la quale poi ho utilizzato per ricoprire di nuovo il grosso cilindro ricavato da fare indurire nella parte più fredda del frigo.In alternativa basta mezz'ora circa nel freezer.
Ho tagliato le rondelle alte circa 2 dita,tolto definitivamente la carta da forno e pressato tra 2 fogli appositi per hamburger per fare aderire bene gli ingredienti tra loro e via sulla piastra!
Molte signore in negozio chiedono consiglio riguardo al tipo di cottura ideale per i carciofi ripieni; non essendoci regola fissa spesso propongo questo metodo alternativo alla classica cottura al forno o in tegame con aglio e vino bianco.
Per chi non compra i carciofi già pronti fatti da noi e si vuol cimentare a farli di sana pianta dovrà armarsi di un po' di pazienza e tempo...
Il carciofo va privato delle foglie esterne più dure(magari utilizzandole in seguito sbollentate come decorazione) e della parte più dura del gambo, il quale va leggermente spellato(con il pelapatate) tagliato fine e cotto con aglio,prezzemolo e vino bianco. Il carciofo intero deve essere sbianchito in acqua acidula e bollire alcuni minuti a seconda della grandezza, in seguito bisogna svuotarlo per ottenere una specie di coppa dove alloggiare il ripieno.
Possiamo utilizzare una base di carne o salsiccia o macinato di manzo, personalmente ho optato per la seconda opzione....I gambi dei carciofi cotti vanno uniti alla salsiccia sgranata a mano,parmigiano,ricotta e se necessario un tuorlo d'uovo.A questo punto non resta che farcire i carciofi e arrotolare una fetta di pancetta fresca per tenere unito in cottura il tutto; per sicurezza fermare con uno stecchino.In una padella larga antiaderente fare un soffritto di cipolla bianca abbondante e rosolare i carciofi,bagnare con poco vino bianco e proseguire la cottura con il latte aggiungendo anche una dadolata di patate.Al termine spolverare con prezzemolo.Come si nota in foto,insieme ai carciofi,ho cotto anche degli involtini di verza che hanno arricchito non poco il piatto.Voi invece come siete abituati a cucinarli?

Molte signore in negozio chiedono consiglio riguardo al tipo di cottura ideale per i carciofi ripieni; non essendoci regola fissa spesso propongo questo metodo alternativo alla classica cottura al forno o in tegame con aglio e vino bianco.
Per chi non compra i carciofi già pronti fatti da noi e si vuol cimentare a farli di sana pianta dovrà armarsi di un po' di pazienza e tempo...
Il carciofo va privato delle foglie esterne più dure(magari utilizzandole in seguito sbollentate come decorazione) e della parte più dura del gambo, il quale va leggermente spellato(con il pelapatate) tagliato fine e cotto con aglio,prezzemolo e vino bianco. Il carciofo intero deve essere sbianchito in acqua acidula e bollire alcuni minuti a seconda della grandezza, in seguito bisogna svuotarlo per ottenere una specie di coppa dove alloggiare il ripieno.
Possiamo utilizzare una base di carne o salsiccia o macinato di manzo, personalmente ho optato per la seconda opzione....I gambi dei carciofi cotti vanno uniti alla salsiccia sgranata a mano,parmigiano,ricotta e se necessario un tuorlo d'uovo.A questo punto non resta che farcire i carciofi e arrotolare una fetta di pancetta fresca per tenere unito in cottura il tutto; per sicurezza fermare con uno stecchino.In una padella larga antiaderente fare un soffritto di cipolla bianca abbondante e rosolare i carciofi,bagnare con poco vino bianco e proseguire la cottura con il latte aggiungendo anche una dadolata di patate.Al termine spolverare con prezzemolo.Come si nota in foto,insieme ai carciofi,ho cotto anche degli involtini di verza che hanno arricchito non poco il piatto.Voi invece come siete abituati a cucinarli?

Piatto appartenente alla cosiddetta cucina povera tanto "rispolverata" nei vari menù dei ristoranti moderni che poi diventa ricca al momento del conto....Preamboli a parte qui in Romagna il sardoncino o alice che dir si voglia è di consumo quasi quotidiano,un po per il prezzo che rimane sempre abbordabile,un po perché il pesce azzurro fa bene e poi perché è buono.
Il pane rosso l'ho ottenuto mischiando al pangrattato alcuni capperi dissalati,un paio di filetti di acciuga,rosmarino,prezzemolo,aglio,basilico,poco peperoncino,concentrato di pomodoro diluito con brodo di pesce(in alternativa semplice acqua) e una spolverata di parmigiano.
Questo pane profumato è ottimo anche da usare come condimento per i classici spaghetti aglio olio e peperoncino,una bella spolverata sopra una volta impiattati vi sorprenderà piacevolmente.
I sardoncini vanno decapitati e svuotati delle interiora,poi conditi con poco sale e pepe e olio extra vergine d'oliva e passati nel pane,quindi steccati come in foto.
Cottura velocissima su piastra o padella antiaderente oppure 5 minuti in forno ben caldo. Se poi li mettete su un barbecue....
Piatto appartenente alla cosiddetta cucina povera tanto "rispolverata" nei vari menù dei ristoranti moderni che poi diventa ricca al momento del conto....Preamboli a parte qui in Romagna il sardoncino o alice che dir si voglia è di consumo quasi quotidiano,un po per il prezzo che rimane sempre abbordabile,un po perché il pesce azzurro fa bene e poi perché è buono.
Il pane rosso l'ho ottenuto mischiando al pangrattato alcuni capperi dissalati,un paio di filetti di acciuga,rosmarino,prezzemolo,aglio,basilico,poco peperoncino,concentrato di pomodoro diluito con brodo di pesce(in alternativa semplice acqua) e una spolverata di parmigiano.
Questo pane profumato è ottimo anche da usare come condimento per i classici spaghetti aglio olio e peperoncino,una bella spolverata sopra una volta impiattati vi sorprenderà piacevolmente.
I sardoncini vanno decapitati e svuotati delle interiora,poi conditi con poco sale e pepe e olio extra vergine d'oliva e passati nel pane,quindi steccati come in foto.
Cottura velocissima su piastra o padella antiaderente oppure 5 minuti in forno ben caldo. Se poi li mettete su un barbecue....
Di ricette sullo strudel ce ne sono veramente tante;chi lo prepara con la frolla,chi con la classica pasta sottile che si usa in Trentino e chi come me preferisce la Pasta Sfoglia.Premetto che non sono un amante di questo dolce, quindi lo adattato per venire incontro ai miei gusti che in questo caso sono molto simili a quelli dei bambini...
La mela che più si addice è la Golden,in quanto più zuccherina e con maggiore tenuta in cottura,ma ognuno di noi usi quella che preferisce.
Per prima cosa ho preparato il ripieno che a differenza di altre ricette va cotto.
Ho saltato con una piccola noce di burro i pinoli e una dadolata grossolana di mele,appena hanno preso colore ho spolverato con pochissimo zucchero(a seconda delle mele che usate,soprattutto se tendono all'aspro) e sfumato con grand marnier, ho proseguito la cottura ancora per qualche minuto aggiungendo un cucchiaio di miele,la cannella e un poco di confettura extra di albicocche. A fuoco spento ho aggiunto un paio di manciate di pangrattato per assorbire ulteriormente i liquidi.
Se gradite potete aggiungere l'uvetta.
Ho steso la pasta sfoglia e l'ho forellata con una forchetta, pennellata con rosso d'uovo diluito con latte e versato al centro il composto,arrotolato e pennellato anche l'esterno.
Per la cottura ho usato un programma di pasticceria con vapore,mentre a casa consiglio di cuocere per 45 minuti a 170° possibilmente con forno già caldo e inumidito(classico pentolino d'acqua all'interno o qualche spruzzo con un semplice spruzzino come quello dei detersivi).
Personalmente mi piace tiepido,ma attenzione agli effetti"collaterali" della frutta ancora calda...
Di ricette sullo strudel ce ne sono veramente tante;chi lo prepara con la frolla,chi con la classica pasta sottile che si usa in Trentino e chi come me preferisce la Pasta Sfoglia.Premetto che non sono un amante di questo dolce, quindi lo adattato per venire incontro ai miei gusti che in questo caso sono molto simili a quelli dei bambini...
La mela che più si addice è la Golden,in quanto più zuccherina e con maggiore tenuta in cottura,ma ognuno di noi usi quella che preferisce.
Per prima cosa ho preparato il ripieno che a differenza di altre ricette va cotto.
Ho saltato con una piccola noce di burro i pinoli e una dadolata grossolana di mele,appena hanno preso colore ho spolverato con pochissimo zucchero(a seconda delle mele che usate,soprattutto se tendono all'aspro) e sfumato con grand marnier, ho proseguito la cottura ancora per qualche minuto aggiungendo un cucchiaio di miele,la cannella e un poco di confettura extra di albicocche. A fuoco spento ho aggiunto un paio di manciate di pangrattato per assorbire ulteriormente i liquidi.
Se gradite potete aggiungere l'uvetta.
Ho steso la pasta sfoglia e l'ho forellata con una forchetta, pennellata con rosso d'uovo diluito con latte e versato al centro il composto,arrotolato e pennellato anche l'esterno.
Per la cottura ho usato un programma di pasticceria con vapore,mentre a casa consiglio di cuocere per 45 minuti a 170° possibilmente con forno già caldo e inumidito(classico pentolino d'acqua all'interno o qualche spruzzo con un semplice spruzzino come quello dei detersivi).
Personalmente mi piace tiepido,ma attenzione agli effetti"collaterali" della frutta ancora calda...