domenica 7 dicembre 2008

Barolo Paolo Scavino


Difficile aprire il discorso sul vino cominciando dalla parte più difficile,ovvero descrivere un "piemontese".Austeri,corposi,tannici,non certo immediati come i barriconi alla vaniglia di alcuni wine-bar o come quei vini proposti da amici e parenti con la solita frase:è quello del contadino-questo si che è naturale-di questo ne puoi bere fin che vuoi e stai tranquillo che il giorno dopo non hai mal di testa...Tranquillo sappiamo tutti la fine che ha fatto.
Ritornando invece al nostro Barolo mi vien subito da dire che l'aspettavo al culmine della maturità,vuoi per i suoi 12 anni,vuoi che sia ricavato da tre diversi territori che non potrebbero avere rese tali da potersi aggiudicare un etichetta(bric del fiasc,cannubi.bricco Ambrogio),vuoi che la mia cantina sia buona ma non ottima per il lungo invecchiamento,invece devo dire che un altro paio d'anni non l'avrebbero di sicuro danneggiato.
Ottimi profumi subito all'apertura,un tappo esaltante,poi scaraffandolo si sente la chiusura che comunque promette bene per il proseguo.Gira e rigira il bicchiere,dopo un oretta si comincia finalmente la beva,che ovviamente è ancora avara di gioie degne di nota,solo un po il frutto maturo e il cuoio.Passa il tempo è il nostro amico si rivela per quello che è:ampio con profumo di terra,il frutto ora è diventato sotto spirito tendente al balsamico e poi un profumo di liquirizia che perfora le narici.In bocca forse è un po meno esaltante ma di un equilibrio perfetto,ritorna quel sapore di terra che non è intesa come tale ma come espressione di una regione intera.
Difetti?
Nessuno,forse il prezzo anche se in linea con prodotti alla sua pari.
Ora son curioso di conoscere i suoi "fratelli" per avere un quadro completo dell'azienda che comunque rimane tra le leader tra quelle che fanno il Barolo alla vecchia maniera.
Al prossimo brindisi....

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente un grande vino... ottima interpretazione di barolo.

Stiv ha detto...

Ne seguiranno altre....