lunedì 4 maggio 2009

Chianti Classico Castello di Brolio 1998

[singlepic id=77 w=320 h=240 float=center]Quando si ha la fortuna di bere un chianti cosi, si capisce la vera differenza tra un fuoriclasse e un vino comune, si capisce quanto lavoro viene fatto in vigna e cantina, si capisce l'importanza del territorio e del sangiovese.

Ma quello che mi ha affascinato di più in questa bottiglia è stato il mutamento che ha subito negli anni, il suo evolversi fino a raggiungere l'apice, l'invecchiare lasciando il ricordo di com'era per sbalordirti di com'è.Mi ha meravigliato il fatto di aver bevuto un vino che aveva la stessa età di mia figlia e di come siano cambiati entrambi, in meglio ovviamente. Ne avevo 6 di queste bottiglie e questa era l'ultima, aperte tutte a distanza di circa un anno  l'una dall'altra ho capito meglio il mutamento e la memoria degustativa non è stata appannata da un semplice ricordo. Mi viene anche da pensare, in tono polemico, come le famose guide giudicano e premiano o bocciano alcuni vini degustandoli "in primis" supponendo la loro longevità e prevedendo lo sviluppo degli aromi, mah!

Il 1998 ha avuto un estate molto calda che ha ritardato un pò lo sviluppo del sangiovese, ma poi a settembre, col ritorno delle piogge e di un clima più stabile, le uve sono maturate a puntino e si sono ottenuti vini molto gradevoli, soprattutto il sangiovese. A differenza della vendemmia del 1997 dove è stato usato solo sangiovese in purezza, al '98 è stata aggiunta una piccola percentuale di cabernet-sauvignon. Affinato per 18 mesi in barriques nuove al 65% e lasciato riposare ulteriormente una volta imbottigliato, si presenta subito molto potente al naso, armonioso e ampio. Stupisce l'equilibrio e la raffinatezza dei tannini, mentre in bocca è un esplosione di sentori: si passa gradualmente dai frutti rossi, alla nota balsamica quasi mentolata, al cuoio. Ma già questo lo si presupponeva al momento dello stappo; il sughero era impregnato di questi profumi e come si nota dalla foto[singlepic id=78 w=320 h=240 float=right] il tappo è perfetto, non solo olfattivamente parlando, ma anche visivamente, non si direbbe un tappo di 11 anni!

La beva è lenta per cercare di assaporare ogni angolo di questo "Castello di Brolio", ogni bicchiere regala emozioni, poi cercavo raffronti con le bottiglie bevute negli anni passati e son giunto ad una conclusione: il vino è al suo apice, potrebbe e può invecchiare ulteriormente ma secondo me è ora che si esprime al suo massimo livello. Ha ancora un buon frutto maturo e tannini, un colore vivo. Molti sono quelli che prediligono vini di questo tipo bevuti oltre i 15 anni, beh, io non sono tra questi...

Una bella "fiorentina" da 800g. ha accompagnato egregiamente questa bottiglia, penso non si debba aggiungere altro :-)

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